Stagione 2018-19

Auditorium Flaiano – ore 19

OTTETTO DEL COLIBRÌ

RIVOLUZIONARI A CONFRONTO

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Andrea Gallo, oboe
Elisa Metus, oboe
Mattia Aceto, clarinetto
Nevio Ciancaglini, clarinetto
Andrea Caretta, corno
Silvia Festa, corno
Carmen Maccarini, fagotto
Filippo Piagnani, fagotto

PROGRAMMA

W. A. Mozart   Serenata n. 12 K 388

L. v. Beethoven   Ottetto op.103

Oltre che dalla bellezza dei temi, delle armonie, qualunque strumentista a fiato non può che rimanere colpito dalla incredibile abilità di scrittura dimostrata in queste partiture. La capacità di cogliere le caratteristiche e le più adatte tessiture di ciascuno strumento, utilizzando al meglio i diversi timbri e colori, difficilmente trova uguali nella storia della musica. Il 27 luglio 1782 Mozart si scusava per lettera col padre di non aver potuto portare a termine la Sinfonia commissionatagli per il borgomastro di Salisburgo Siegmund Haffner: «Non potevo fare altrimenti, ho dovuto comporre in fretta una serenata, ma soltanto per fiati, altrimenti avrei potuto utilizzare la musica per voi.» I due ottetti si portano solo dieci anni, ma riescono ad essere a loro modo entrambi rivoluzionari. La tonalità di do minore della partitura mozartiana, scelta per un divertimento, ovvero musica destinata ad allietare le feste della nobiltà e dell’alta borghesia, già la dice lunga sui sentimenti e le passioni di cui è intriso questo capolavoro. Quando il ventinovenne Beethoven scrive il suo ottetto siamo nel 1792 e ad un anno dalla morte di Mozart; un numero d’opus così elevato per un lavoro giovanile si spiega con l’anno della pubblicazione, il 1830.